Boom costi nelle serre del Varesotto

I rincari energetici e delle materie prime mettono a rischio il futuro del comparto agricolo, con ricadute pesanti anche sulla filiera florovivaistica, che costituisce un’importante spina dorsale del made in Varese. Un tema che ha raccolto anche l’attenzione della prima serata sulle reti Mediaset, in particolare della trasmissione “Fuori dal Coro” che ieri si è collegata diretta con Venegono Inferiore, dove Carlo Cremona – titolare dell’omonimo vivaio – ha risposto alle domande in diretta di Mario Giordano, facendo il punto sui rincari che, oltre al fronte energetico, vedono aumenti fortissimi anche per i costi di imballaggio e concimi.

“E’ stata un’importante evidenza di quanto il territorio sta purtroppo vivendo” commenta il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori. “Le nostre imprese sono costrette ad affrontare rincari insostenibili dei prezzi per il gasolio necessario per le attività di lavorazione in campo e i costi per il riscaldamento delle serre per la produzione di ortaggi e fiori. La necessità di contenere i costi che rischia di far scomparire alcune delle produzioni più tipiche e mette a rischio il futuro di una filiera con un indotto significativo sul territorio della nostra provincia”.

In un Paese come l’Italia dove peraltro secondo la Coldiretti l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori. Le imprese italiane devono infatti affrontare un pesante deficit logistico italiano per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci, che costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro, con un gap di competitività che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea. In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/ chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro, ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est come la Lettonia, la Romania o la Polonia secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga (www.divulgastudi.it).

Il risultato è che la filiera agroalimentare complessivamente assorbe da sola il 10% dei consumi energetici in Italia per un totale di 13,3 Mtep ed in particolare nel sistema agricolo i consumi diretti di energia includono i combustibili per trattori, serre e trasporti mentre i consumi indiretti sono quelli che derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica (4,7 Mtep) mentre il comparto alimentare richiede invece – conclude la Coldiretti – ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro (8,6 Mtep).

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